Andrea Pellegrini

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Fino all'Ultimo Minuto

Fino all'ultimo minuto - Le musiche di Piero Ciampi in jazz

Quartetto di Livorno in collaborazione con Premio Ciampi

Premio speciale della giuria, Premio Ciampi 2016, consegnato da Gianfranco Reverberi

Hai Lasciato a Casa il Tuo Sorriso (GF. Reveberi, arr. A.&N.Pellegrini)

      Jazzos

Tony Cattano, trombone

Andrea Pellegrini, pianoforte

Nino Pellegrini, contrabbasso

Michele Vannucci, batteria

Special guest: Francesco "Maestro" Pellegrini, fagotto

Arrangiamenti di Andrea e Nino Pellegrini

Assistente di produzione: Chiara Carboni

Registrato, mixato e masterizzato presso Il Poderino della Gioiosa Recording Studio di Francesco Landucci nei giorni 30 e 31 Maggio 2016

Vedi anche Una lapide per Piero Ciampi - lapide apposta sulla casa natale di Piero Ciampi a cura di Andrea Pellegrini e Comitato Unesco Jazz Day Livorno

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"Anni fa ho sentito, in seguito a burrascose vicende personali e constatando la paurosa crisi culturale e sociale nella quale la città dove vivo è ormai immersa, la necessità di confrontarmi con quegli eroi dell’arte che hanno avuto a che fare con Livorno, ad esempio perché ci sono nati.

Credo che la realtà sia un rapporto, o una serie infinita di rapporti, e che quindi per modificarla si debbano modificare i rapporti, non le cose o le persone; volevo, quindi, entrare in relazione con questi personaggi per capire meglio il mio approccio alla musica per cambiare un po’ me stesso (l’unica cosa, in fondo, che puoi davvero cambiare) e provare a cambiare qualcosa della realtà: millimetri, forse, grammi di realtà alla quale il musicista, Don Chisciotte e Ulisse insieme, crede di appartenere come gli altri e sulla quale come gli altri spera di esercitare qualche influenza.

Abbiamo quindi pubblicato nel 2008 il primo Cd del Quintetto di Livorno (con Tino Tracanna e Dimitri Grechi Espinoza, sax, e Riccardo Jenna, batteria) ispirato a Fattori e altri Macchiaioli e post – Macchiaioli livornesi scoprendo affinità, energie, utopie, tecniche, amore. A questo Cd è seguito nel 2014 il Cd “Modigliani – il tratto, l’Africa e perdersi” dal titolo indicativo di alcuni degli elementi fondanti la poetica di Modì, un altro livornese che ha detto parole immortali sulla pittura: altre scoperte, altri rapporti (qui Michele Vannucci è subentrato a Riccardo Jenna e Tony Cattano a Dimitri Espinoza). Il Cd che avete in mano, realizzato in Quartetto schierando quindi una sola “punta” (un “uomo poco distante” * ) è dedicato a un altro grande poeta (perché si tratta essenzialmente di poesia, ovvero il porsi in rapporto con la realtà e descriverla) nato in questa strana città, generosa nel dare la luce ma avara nel mantenerla e crudele nell’oscurarla, musa ispiratrice ma traditrice e ladra. Chi gioisce per il fatto che questi grandi, ed altri, sono nati qui dovrebbe ricordarsi che se ne sono andati, presto, tutti; una città che ama gli artisti se ne prende cura dopo che sono nati e questo Livorno, come l’Italia, non lo fa ed è imperdonabile.

Intorno a Ciampi è fiorita una miriade di progetti in omaggio alla sua figura e al suo contributo alla canzone del secondo ‘900 italiano. Come accade spesso in Italia, però, ci si è rifatti troppe volte a luoghi comuni superficiali e irrispettosi o ad un’emulazione pigra e automatica: Ciampi ubriacone e matto, insofferente e irascibile, ribelle “di default”. Allo stesso tempo si fanno sforzi sovrumani per conciliare questa visione con l’altra che lo vuole amante appassionato e tenace, profondo poeta e magari un intellettuale. Delle due l’una, sempre ammesso che per rendergli omaggio si debba prima definirlo. A noi questo approccio non piace. Un artista si mette in relazione col mondo e lo racconta: perché definirlo? Si puo’ solo, a nostra volta, mettersi in relazione con lui e raccontarlo.

Così, tanto per cominciare, lo raccontiamo senza le parole. Spesso nell’arte “meno” è “di più”, veramente; come nella scultura, spesso si raggiunge la forma togliendo, non aggiungendo. Ma come fare a meno del lancinante “Figli, come mi mancate!” o del primo, sano potente “vaffanculo” della canzone italiana? Come fare a meno della “polvere” che “si alza” evocativa e nebbiosa o dei tanti nomi di donna con cui Ciampi ha circondato un’ideale legato a frustrazioni e dolori antichi, o del “porto di Livorno”, o delle tridimensionali descrizioni delle scene di vita quotidiana raccontate con parole crude, iperrealiste, degne del miglior cinema italiano?

Beh, la visione obliqua con la quale ci siamo accostati a Ciampi “da poco distante” è mediata dal nostro essere essenzialmente strumentisti. Una visione in bianco e nero che azzera i colori forse, ma accentua contrasti, ombre e luci. Toglie il significato e esaspera il significante, ammesso che la musica “significhi”. Toglie il messaggio e lascia il codice, nudo, aperto come le cozze; il codice si fa messaggio, potente come il cacciucco, o dolce come un amore. Togliendo le parole si arriva ai profondi fatti psichici che solo il suono può raccontare. Un tratto fatto di macchie di vino; un percorso intimo in cui la luce si fa strada fra le fronde e illumina, sorprendente e sorpresa, quelle parole che non possono essere viste perché se le guardi si spostano; le parole profonde che governano il mondo, l’uomo, la sua piccola strada fra grandi stelle eterne e lo guidano, se solo ha il coraggio di non guardare".

*Riferimento all’ultimo Cd di Tony Cattano

Andrea Pellegrini Constantini, 2016

Andrea Pellegrini e Gianfranco Reverberi

Andrea Pellegrini con Gianfranco Reverberi

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