"Geniale!" (Enrico Rava)
Cd Modigliani - Il Tratto, l'Africa e Perdersi
allegato al libro di Andrea Pellegrini "Mirabolanti avventure di un jazzista" Erasmo edizioni, Livorno 2014
Pubblicato nel 130° anniversario della nascita di Amedeo Modigliani, nel 30° anniversario della beffa delle false teste livornesi
Music Studio Il Poderino della Gioiosa, Casale Marittimo e Editrice Erasmo, Livorno
Quintetto di Livorno
Tino Tracanna, sax
Tony Cattano, trombone
Andrea Pellegrini, pianoforte
Nino Pellegrini, contrabbasso
Michele Vannucci, batteria
La Ballata del Fosso Reale (A.Pellegrini)
Dopo il Cd “Progetto Macchiaioli” dedicato a Giovanni Fattori (2008, Nuovo Jazz Italiano – Studio Vinile), un altro Cd del Quintetto di Livorno ispirato a uno dei grandi della pittura del '900: Amedeo Modigliani.
Le composizioni di Andrea Pellegrini, di matrice jazzistica, sono scritte con approccio descrittivo [mettendo in relazione spunti musicali con tratti, masse, luci, suggestioni provenienti dai quadri] o evocativo [a mettere in relazione più liberamente la sensibilità del compositore con il quadro come Modigliani con i soggetti dei quadri stessi in un gioco di specchi in cui si perde di vista l'oggetto per sentire sè stessi, soli con la propria emozione].
Per un jazzista la strada verso Modigliani passa necessariamente anche dall'Africa, presenza comune: la grande madre dell'umanità. Profili, occhi, nasi, lunghe mani come suoni e frasi sembrano ammiccare a un'Africa antica, forse mai esistita come accade alle cose più vere.
C'è un jazzista simile a Modigliani: Charlie Parker. Ma in generale Modigliani incarna la personalità tipica del musicista jazz. Il perdersi, esistenze doppie, genialità dirompente, e un mai confessato estremo bisogno di amore. "La Bellezza impone doveri dolorosi..." (Modigliani). Credersi al di sopra di regole e costumi: Parker, e Modigliani... il Piero Ciampi della pittura. "Abbiamo diversi doveri, perché abbiamo diversi diritti...". Terminano l'esistenza ad età incredibilmente simili. Donano al mondo quantità simili di bellezze. Provano simile rabbia e disperazione, in un crepuscolo denso di suicidi. "Si dice che ho trent'anni... ma se ho vissuto tre minuti in uno, non ho forse novant'anni?" (Baudelaire). E, del resto, "Solo l'arte stavami addosso senza saperlo, né ancora lo so" diceva Fattori.
Si può vivere solo con l'arte? Coltivando pre-sentimenti, in perenne attesa che il resto cominci, sempre a sipario chiuso, per un debutto che coinciderà con la fine aspettando Godot come cantava Claudio Lolli? Comprendere il tutto senza comprendere il mondo? Contare il tempo senza viverlo? Getteremo un ponte con questo territorio, complessa, eterna e feroce adolescenza dell'arte moderna.
Andrea Pellegrini
Foto: Bo Allison, Carrara, Il Fuoriporta