Schizzi jazzistici ispirati ai quadri dei Macchiaioli e Post-Macchiaioli toscani
Cd pubblicato nel 100° anniversario della morte di Giovanni Fattori (Livorno 6. 9. 1825 - Firenze 30. 8. 1908)
Quintetto di Livorno, Studio Vinile, Livorno 2008, Nuovo Jazz Italiano NJI 002001
Solo l'arte stava mi addosso senza saperlo, ne' ancora lo so
(Fattori)
Tino Tracanna, Dimitri Grechi Espinoza, sax
Andrea Pellegrini, pianoforte
Nino Pellegrini, contrabbasso
Riccardo Jenna, batteria
...a deep study and a long search... a rapsodic and overwhelming pianistic style ...This Cd is full of the same realism of the same Macchiaioli painters... Great style and balance A.A., Jazzit 2009 // A preciuos mosaic of emotions... a Cd made by heart Corsica, Nov. 2009
Le composizioni presenti nel Cd, di matrice jazzistica, sono scritte con approcci diversi e compresenti: descrittivi, collegando idee musicali con tratti, masse, luci; evocativi, a mettere in relazione, invece, la sensibilità del compositore e degli improvvisatori con un quadro, in un gioco di specchi che, alla fine, serve per trovare se stessi.
"Gotine Rosse” è ispirato al quadro “Busto di bambina in profilo (Ritratto di una contadina. Gotine Rosse)” di G. Fattori (1875-77, Firenze, Palazzo Pitti). E' costituito da un motivo melodico in ¾, commentato da spunti neoromantici che emergono da un’improvvisazione su un giro di accordi asimmetrico, il tutto preceduto da un'introduzione classicheggiante, dolce.
“Lo Staffato” (“Lo Staffato”, G. Fattori; 1878-79, Firenze, Palazzo Pitti), uno Shuffle energico, rappresenta per me la pulsazione della ruota degli eventi che nutre, come il mare, o uccide, come la guerra, con un solo collettivo free.
“Il Carro Rosso” da “Riposo (Il Carro Rosso)”, di Fattori (1883-86, Milano, Brera): un ”piano solo” si tinge disoluzioni armoniche impressionistiche in un preludio improvvisato che sfocia in una ninnananna tradizionale toscana, segnalatami dal chitarrista jazz e cantautore Marco Del Giudice a cui segue un'improvvisazione in 12/8, collettiva e modale.
Inoltre, “Le Acquaiole” (“Adiacenze dell’Ardenza. Portatrici d’acqua”) (Fattori, 1865, Livorno, collez. privata) con un lungo solo in 7/4 e “Cenciaiole livornesi”, composizione del sassofonista moscovita / livornese Dimitri Grechi Espinoza, dal quadro di E. Cecconi (Livorno 1842 – Firenze 1903) (1880; Museo Fattori, Livorno); infine, il colorato vociare del “Mercato Centrale” di Ulvi Liegi (1924, Livorno, collezione privata) “sonorizzato” direttamente da un solo di batteria.
Ho usato lo stile che più ci appartiene: il jazz contemporaneo, nato con Davis e Coltrane, nella sua incredibile varietà di forme, visioni timbriche, riferimenti stilistici e poetici, provenienze nazionali e etniche variegate, con grande attenzione alla melodia e cercando di affiancare il “sentire” di questi grandi attori dell'arte umana, toscani e vicini.
Attenzione. Il Jazz non è solo afroamericano: è anche europeo, italiano e toscano da subito, dalla fine dell'800. Nessuna sorpresa quindi se un musicista livornese usa il jazz per parlare di Fattori. Chi vuole puo' richiedermi qualche approfondimento sulla questione: sono disponibile a spiegare cosa intendo.
Tra un brano e l'altro viene qui eseguita una "Libecciata", improvvisazione collettiva che ogni volta assume forme e colorazioni diverse. Il riferimento ai “Quadri di un’ Esposizione” (1874) di M. Moussorgsky è evidente: la “Promenade”, passo da un quadro all’altro in metamorfosi formale, non secondo le tecniche della variazione, corrisponde qui alle nostre ”Libecciate”, vedi il bellissimo “Spiaggia in burrasca con tamerici (Libecciata)”, di Fattori (1880-90, Firenze, Palazzo Pitti). Il vento che passa sulla tamerice solitaria del quadro e, come il tempo, dice: gli uomini passano, è la Storia che vola impietosa su illusioni e delusioni. La tamerice piccola – che in molti amiamo pensare divenuta poi un esemplare di tamerice ancora vivo sul lungomare ad Antignano – è forse l’uomo, che il tempo, la Storia e il vento (e il mare) ricoprono, investono, rivestono di senso, di vita e di morte.
Qua e là si riconosceranno reminiscenze pucciniane e debussyane, pre–impressionistiche e pseudo–impressionistiche, come a mostrare ciò che accadeva intorno.
Su invito del museo Kienerk di Fauglia inserito poi nel repertorio che eseguiamo dal vivo (non nel Cd) con grande piacere due composizioni ispirate a altrettante e omonime opere del grande pittore toscano: “Ritratto di Vittoria con Cappello di Paglia” (1934, Museo Kienerk, Fauglia) e “L'Italia Ride” (1900 ca., Museo Kienerk, Fauglia). Come a marcare due delle fasi della vivace carriera artistica del Kienerk, il primo brano è più melodico, a tratti romantico, “figurativo”; il secondo è basato su contrasti vuoto – pieno, scuro – chiaro, macchia – forma, più moderno e ritmico.
Andrea Pellegrini